LA DEVOZIONE A MARIA SS. DELLA FONTE


La sacra effige, fattura dell’ XIII secolo è immagine (icona) di stile bizantino, e non è dissimile da molte altre che sono venerate nel Mezzogiorno d’Italia ed anche in altre regioni.

Il termine “ Bizantino “ deriva da Bisanzio e si riferisce ad alcuni elementi pittorici molto in uso nell’Oriente, all’epoca soprattutto in cui Bisanzio (sede dell’Impero Romano d’Oriente), oltre che potenza militare, politica ed amministrativa, esprimeva anche una cultura, permetteva la fede e la sensibilità religiosa.

“L’arte bizantina è stilizzata, a linee molto marcante, dure, geometriche, ha un’impostazione della figura in maniera direi oblunga, quasi lineare dall’alto in basso… (A. Intonaci, Iconografia bizantina in Terra di Otranto ). Da noi, tuttavia, l’arte bizantina “ rivela una simpatica operazione di “ibridismo” tra tendenze e simpatie bizantine e congeniali tendenze latine. I volti delle nostre Madonne mostrano insieme una più larga apertura, una maggiore umanità, che prelude da lontano al nostro umanesimo”.

Il Canonico Vincenzo Di Muro, in una memoria storica del 2 Febbraio 1914, cui ci riferiremo in queste note storiche, così descrive l’Immagine della Madonna della Fonte : “ La dipintura eseguita su legno vi fornisce tutti i dati di una fattura antica bizantina. Rappresenta la Vergine, a mezzo busto, sorreggente il Bambino sul braccio sinistro, e nel cui viso l’usata espressione di bontà non si scema per la tinta quasi nera che predomina. L’aspetto matronale della Vergine, la dignitosa vetustà, gli occhi grandi e bellissimi, soffusi di pietà, costituiscono le sembianze grandiose, esprimenti la di Lei grande misericordia.

L’antica tradizione fa risalire a San Sabino l’inizio del culto a Maria SS. Della Fonte, il Santo Vescovo l’avrebbe portata con sé da Costantinopoli, ove si era recato per la missione affidatagli dal Pontefice S. Agapito. Nel portarla a Canosa, egli avrebbe costruito o riadattato un tempio più antico di epoca remota, dedicandolo alla Vergine. Il titolo Maria SS.ma della Fonte trarrebbe origine, seconda il Tortora, da una magnifica fontana marmorea, esistente nelle adiacenze della Chiesa, che attingeva acqua da acquedotti collegati con i monti irpini.

Nell’antico tempio del sec. VI, dopo una profonda opera di restauro e di ampliamento, veniva elevato al rango di Basilica nel 1102 e personalmente consacrato dal Pontefice Pasquale II, in pieno periodo normanno. Dopo circa quattro secoli, tornò così a fiorire e estendersi il culto dei canosini a Maria SS.ma della Fonte, nel cui onore fu dedicata la Basilica una sontuosa Cappella nella navata laterale destra. Le fonti storiche attestano il susseguirsi di iniziative che hanno alimentato sempre più la devozione dei canosini alla amata Patrona con suppellettili ed ex voto per decorare sempre più la cappella.

Numerose sono inoltre le testimonianze di interventi prodigiosi attribuiti alla protezione della Madonna, come in occasione della peste, nel sec. XVII, ove perdite in vite umane risultarono “ di poco numero di gente “.Nel 1799, in occasione dell’invasione e devastazioni operate dalle truppe francesi, i canosini scamparono al terribile eccidio, “che dovunque apportavano quelle orde selvagge”. Come ringraziamento alla Madonna della Fonte, fu rivestita l’antica effige, nella parte corrosa e distrutta dalle fiamme, di un ricco ed artistico indumento, elaborato a fine cesello d’argento “ lasciandovi soltanto intatti i sacri volto della Vergine e del Bambino e sovrapponendo ai loro augusti capi due bellissime corone pure d’argento, tempestate di pietre preziose “.

Nel 1867, il popolo ricorse fiducioso alla Vergine in occasione del flagello delle cavallette, che devastavano i campi, avvertendone l’efficace protezione.

Una figura molto importante per i canosini, per la presenza tra il popolo del Servo di Dio e Venerabile P. Antonio Maria Losito , che esortava alla fiducia in Maria SS. Della Fonte e si recava nei campi “spargendo ovunque le divine benedizioni e impetrando gli aiuti celesti”.

Nel maggio del 1905 lo stesso Padre Redentorista fu esortato a raccogliere offerte per il restauro della chiesa di San Sabino. Una raccolta di offerte fu richiesta per le corone d’oro per la Madonna della Fonte e del Bambino. Le corone furono cesellate a Napoli. Egli però non potè vederne il giorno gioioso dell’incoronazione per il sopraggiungere della guerra e poi della sua morte, avvenuta il 18 Aprile 1917.

Nel finire l’espressione della Devozione della Madonna della Fonte, si colgono i tratti salienti della religiosità popolare.

 
 

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