TRADIZIONI DELLA SETTIMANA SANTA E SANTA PASQUA

U Beneditte


Nelle tradizioni popolari della nostra cultura, nel territorio dauno, ritrovo sulla tavola di Pasqua “u beneditte”. All’origine era l’agnello, legato all’immagine dell’Agnello Pasquale e alla cultura ebraica delle case, segnate dal sangue dell’agnello sacrificale, risparmiate dal flagello della morte (il flagello del peccato) alla vigilia del “Passaggio” del Mar Rosso nel lasciare la schiavitù d’ Egitto. L’agnello sulle tavole povere dei nostri antenati era sostituito dal coniglio, spesso presente negli allevamenti domestici. U Beneditte viene poi rappresentato in terra di Puglia dal tipico antipasto a base di uovo sodo e salame nella tradizione gastronomica dauna. Nella Settimana Santa a Canosa, il simbolo è l’uovo, questo simbolo della vita che nasce (passaggio dall’embrione alla vita), pur diventando oggi di cioccolato e consumistico nella sorpresa. U beneditte si ritrova anche nelle primizie della terra, offerte al Signore e benedette dal cielo.

La Squarcedde


La scarcella, tipico dolce pugliese allieta le tavole canosine, nelle diverse forme di latta di bambola, di luna, di stella, di cuore, di fiore. Nella Santa Pasqua a Canosa di Puglia il modo di celebrare la Pasqua del Signore, è quella di consumare la scarcella, nel suo significato simbolico di essere “scarcerati”, liberati dal peccato, nella gioia della Resurrezione.

U Celèppe


Un altro dolce pasquale di Canosa di Puglia (scarcelle e taralli con le uova): con una ciotola con albume d’uovo, e un forchetta in mano, il movimento di un solo verso, cosi si prepara un dolce pasquale “u celéppe”, una sorta di glassa cruda con albume d’uovo e zucchero, aggiunto lentamente a piccole dosi, questi taralli vengono messi nel forno ed cotti, e con il suo profumo sempre intenso degli a antichi forni di Canosa.

Il Crocifisso sotto le nostre case


Nella città di Canosa di Puglia esplorando le cavità sotterranee in tufo della nostro abitato, nella traversa di via Carlo Alberto nei pressi della Chiesa del Rosario, nella zona del rosale, in una cavità sotterranea presenta una meravigliosa scultura del Crocifisso. Il Crocifisso non porta alcun segno dell’autore, ma riteniamo che, dopo l’estrazione tufacea del sito alla fine dell’800, un “tufarolo” artista abbia scolpito il Cristo e altre figure nelle difficili condizioni del buio illuminato dalla luce delle lanterne ad olio, di cui si vedono le piccole nicchie di appoggio. Il Crocifisso è stato scolpito nella parete divisoria di una galleria sopra un arco tufaceo, quasi a costituire il portale di una chiesa ipogeica e riporta un’altezza di circa m. 1,80. La croce, i chiodi e l’iscrizione INRI risultano colorate di un marrone scuro, mentre si apprezzano di rosso vivo le ferite del Cristo sulle ginocchia, sul petto, sulle braccia ad indicare i segni della Via della Croce. I capelli sono raffiguranti luoghi e fatti a trecce , vuole significare la “ regalità del Cristo “, questa sono espressione della tradizione ed espressione della civiltà contadina. Infatti dopo aver attraversato in galleria l’arco del Crocifisso ammiriamo due preziose sculture che rappresentano “ umunecacidde “ e la “ fata “ , il Monacello e la Fatina, due personaggi immaginari della scultura popolare dell’800 e dell’900. Il significato del Crocifisso è la salvezza dell’uomo in contrapposizione alle tensioni esistenziali dell’uomo rappresentate da queste figure antropomorfe della civiltà contadina, ma sempre presenti nell’esistenza umana. Il Crocifisso in Tufo è un patrimonio della nostra civiltà contadina e una risorsa del nostro territorio, il tufo scolpito dalle mani del nostro popolo canosino. Il Cristo in Croce , roccia nella roccia dell’antica Canosa, che con le sue braccia aperte sostiene la nostra città, ed riflette nella luce della Resurrezione.

Il Crocefisso d’avorio


Il Crocifisso in avorio del XII secolo (cm. 28 x 22), di origine bizantina, rappresenta, nella iconografia, la figura solenne del Cristo. É un "capolavoro di straordinaria bellezza e di grande significato teologico, dove la Croce non è patibolo, ma trono regale che rivela la Regalità dell'Amore ed il mistero della Redenzione". Il retro del Crocefisso presenta motivi decorativi con rosette a sei petali incluse in un cerchio. Si osserva che le rosette sono sempre raggruppate in numero di tre quasi a voler rappresentare la Trinità. Sul retro un raro e prezioso reliquiario conserva sotto il vetro una "pietra rossa", come descritto dal Baronio. E' un segno della Passione di Cristo? Forse gocce di sangue su una piccolissima pietra? La regalità del Cristo traspare nel volto disteso e illuminato, negli occhi chiusi ma non sofferenti, nei capelli ordinati che scendono sulle spalle, nella barba curatissima con i riccioli all'estremità, con le mani ed i piedi non sovrapposti lungi formi, con l'aureola di santità che porta il segno della Croce. Il perizoma che cinge i fianchi è la veste liturgica del Cristo Sacerdote, interrotto da un laccio trapuntato, che pare una Stola Sacerdotale, con i lembi che scendono sulle ginocchia. L'iconografia del Crocefisso non riporta il "CHRISTUS PATIENS", il Cristo Sofferente della Passione, ma il CHRISTUS SACERDOS, il Cristo Sommo Sacerdote ed Eterno, come riporta la Lettera di San Paolo Apostolo agli Ebrei (cap. 5, vv. 1-10): "divenne causa di salvezza…essendo stato proclamato da Dio Sommo Sacerdote".

La Passione Vivente a Canosa


La Passione Vivente è tra le manifestazioni culturali e religiose più importanti e rappresentative di Canosa, che ogni anno, la Domenica della Palme, richiama migliaia di spettatori che, da tutto il Nord Barese ed oltre, vengono ad ammirare la sacra rappresentazione, realizzata con attori del popolo, su uno scenario sempre vario e spettacolarmente imponente. Si tratta di una manifestazione di originalità della rappresentazione: il rispetto rigoroso della verità storica e religiosa, coniugato artisticamente con un linguaggio scenico attuale e vivo, in un suggestivo paesaggio frammisto anch'esso di antico e attuale, di passato e di presente. Le Sacre Manifestazioni Sacre in Canosa, hanno loro obbiettivo quello di fare rivivere i momenti più salienti della Vita di Gesù Cristo , Crocifisso e Risorto. Nell’anno 1991, grazie alle Comunità Parrocchiali di Canosa per poter meglio valorizzare la Santa Pasqua, per poter coinvolgere la gente comune per poterla renderla in prima persona più partecipe ed essere in prima persona alla Passione di Nostro Signore, infatti la manifestazioni negli anni , anche grazie di un lavoro a monte è stata ben realizzata. La Passione Vivente ha sempre un duplice scopo quello di far rivivere la Passione Viventi a tutti i protagonisti, ovvero conoscere e meditare sui momenti della Santa Pasqua, una manifestazione sacra che coinvolge tante persone.

La Via Crucis Vivente


Una altra manifestazione che da tre anni viene realizzata è la Via Crucis Vivente “ Nostra gloria è la Croce di Cristo “ una Sacra rappresentazione per rivivere tramite la Via Crucis ultime ore della vita di Gesù fino al Sepolcro. La Manifestazione Sacra organizzata è realizzata dalla Parrocchia Santa Teresa del Bambino Gesù, guidata dal Parroco Don Vito Zinfollino, ed realizzata nel Corso Garibaldi, dove nella serata viene messa in scena una rappresentazione sacra da alto livello di immagini per ripercorre ultime ore di Gesù Cristo. Questa manifestazione fa rivivere tramite le Sacre Croci del Venerdì Santo di Andria, si ripercorre ed si ricorda delle meraviglie di Dio, e di amarsi anche per compartecipare alla Passione del Signore Gesù.

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi